Stress lavoro-correlato, secondo il D.lgs. n.81 del 9 aprile 2008, è necessario migliorare la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro e ridurre i rischi.
Il datore di lavoro deve valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, compresi quelli collegati allo stress lavoro correlato.
Che cos’è lo stress lavoro-correlato?
Il modello SGA, ovvero Sindrome Generale di Adattamento, formulato da Selye, lo definisce come l’insieme di risposte fisiologiche di adattamento, specifiche e aspecifiche, messe in atto dall’individuo, a fronte di differenti stimoli ambientali – stressors – cui è sottoposto.
Come si sviluppa?
La sindrome scaturisce da un tentativo dell’organismo di far fronte a una minaccia attraverso una risposta. Perciò, si sviluppa in tre fasi:
- Reazione di allarme; la parte arcaica del cervello si chiede se affrontare il pericolo o scappare.
- Resistenza; l’organismo cerca delle risorse aggiuntive per mantenere l’equilibrio, sottraendole ad altri ambiti della vita quotidiana.
- Esaurimento; lo sbilanciamento tra richieste e risorse è giunto al limite: non vi sono ulteriori risorse spendibili.
Quali sono le conseguenze dello stress lavoro-correlato?
È opportuno ricordare che di per sé lo stress non è una patologia, ma può diventarlo se tale condizione persiste a lungo e non viene bilanciata da strategie di gestione attiva da parte dell’individuo.
Se la risposta allo stressor è inadeguata o eccessiva, le conseguenze sono un’alterazione del comportamento e delle funzioni fisiologiche – crescita, metabolismo, circolazione, riproduzione e risposta immunitaria – con conseguente aumento della vulnerabilità verso malattie psichiatriche, endocrine, cardiovascolari, neoplastiche e immunologiche.
Dal punto di vista psicologico, le reazioni che ne conseguono sono:
- Ansia, irrequietezza, stato di allarme
- Depressione e perdita della gioia di vivere
- Senso di stanchezza
- Senso di debolezza, di vertigine o di irrealtà
- Incapacità di attenzione e concentrazione
- Disturbi del sonno
- Aumentato consumo di sigarette
- Aumentato consumo di tranquillanti o stimolanti
- Consumo di alcool o droghe.
Quanto alle reazioni fisiche, queste possono comprendere:
- Palpitazioni
- Secchezza in bocca e in gola
- Sudorazione
- Disturbi dell’apparato urinario
- Disturbi intestinali e digestivi
- Aumento o diminuzione dell’appetito
- Cefalea da tensione
- Dolori all’apparato muscolo-scheletrico
- Tremori e tic.
Cosa accade nell’ambiente di lavoro?
Le ripercussioni lavorative dello stress sono molteplici: le più frequenti sono fenomeni di assenteismo o, al contrario, presenteismo; sovente si verificano abbandono della postazione di lavoro e conseguente turnover (sostituzione del personale) oppure domande di trasferimento, accompagnate da richieste di inabilità alle funzioni; in molti casi si presentano problemi disciplinari, contenziosi, scarsa performance, comunicazione aggressiva tra il personale e con l’utenza e bassa qualità del servizio reso; non da ultimo, si misura una maggiore frequenza di infortuni.
A seguito di questa panoramica introduttiva, appare evidente che buona parte delle forze dell’individuo lavoratore e dell’organizzazione debba essere destinata in primis alla prevenzione ed, in seguito, al fronteggiamento di questa problematica.
Nel prossimo articolo verranno affrontati, nello specifico, i fattori di rischio individuali e dell’ambiente lavorativo; saranno poi fornite delle indicazioni riguardo le strategie di coping, ovvero le modalità mentali e comportamentali di fronteggiamento dello stress.
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Federica Bullaro