Lo smart working è uno tra gli argomenti più chiacchierati dell’ultimo periodo. Un termine che ha acquisito popolarità durante il Covid-19, quando per necessità, gli italiani hanno scoperto il lavoro casalingo. Una modalità lavorativa che il nostro Premier Giuseppe Conte ha definito lavoro agile.
La parola lavoro agile è effettivamente un tentativo riuscito di traduzione di un altro termine anglosassone. Agile perché può essere adattato alle esigenze del lavoratore dal momento che lo smart working nasce proprio per essere un dispositivo a favore dei dipendenti.
Smart working. Davvero sappiamo tutti cos’è?
Da quando il Consiglio dei Ministri ha diffuso il primo DPCM a inizio marzo 2020, si sente sempre più parlare di smart working: ma, davvero, sappiamo tutti cos’è?
Per comprenderne fino in fondo il significato possiamo affidarci agli studiosi del Politecnico di Milano. Attraverso l’Osservatorio Smart Working, da quasi dieci anni, i professori studiano e indagano i fenomeni sociali ed economici che ruotano intorno a questa pratica. La definizione ufficiale che questi danno del lavoro agile è:
“Lo Smart Working, è una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Un nuovo approccio che si basa su quattro pilastri fondamentali: revisione della cultura organizzativa, flessibilità rispetto a orari e luoghi di lavoro, dotazione tecnologica e spazi fisici”.
Lavoro agile: un trend in crescita
Il lavoro agile è un argomento che ha ottenuto popolarità mediatica durante l’emergenza Covid-19, ma che in realtà, circolava già da tempo nelle camere consiliari delle aziende. Infatti, quello dello smart working si sta traducendo in un vero e proprio trend in crescita costante. Solo nell’ultimo anno è stato riportato un incremento del 20% rispetto al 2018 per un totale di 570.000 dipendenti in 58% delle imprese medio-grandi italiane.
Ma la cosa più interessante non sono le percentuali, quanto più il fatto che, lo smart worker sia più produttivo e anche più felice. Potendo gestire il proprio spazio e tempo in autonomia, il dipendente accresce il livello della sua Work-Life Balance, ovvero il rapporto positivo fra tempo dedicato al lavoro e tempo dedicato ai propri interessi con annessi risultati in termini di benessere psicofisico.
Esistono norme che regolarizzano i contratti per il Lavoro Agile? Quali sono?
Sebbene non ci siano ancora delle normative specifiche e uguali per tutti, le regole principali per il corretto svolgimento dello smart working sono:
- In primis, sembrerà banale dirlo, ma è necessario un accordo fra le parti che dichiari la posizione lavorativa come Smart o Agile, quindi senza obbligo e vincolo orario.
- Poi, per policy aziendale il contratto deve contenete il diritto alla disconnessione, ovvero la possibilità da parte del dipendente a non poter essere reperibile nei giorni festivi, in orari che non interesserebbero quelli lavorativi e nella eventuale malattia.
- Inoltre, devono essere dichiarati i supporti tecnici e le tecnologie digitali con i quali è necessario svolgere la propria mansione.
- In ultimo, ma non meno importante, il diritto di parità di trattamento retributivo. Questo stabilisce che non ci siano discriminazioni rispetto a chi si reca presso la sede fisica dell’azienda.
Queste sono solo alcune, le più caratterizzanti, delle clausole che un contratto per il lavoro agile debba prevedere. Ci sono delle ottime previsioni affinché tutte queste norme vengano disciplinate in modo da poterle inserire in un Contratto Collettivo Nazionale.
Per saperne di più
Se avete voglia di approfondire la normativa, vi invito a fare riferimento alla legge 81 del 2017 in cui sono approfonditi gli aspetti del contratto per lo smart working.
In una società in movimento, in un mondo che insegue affamata il progresso, è ovvio che alcune innovazioni digitali ci conducano a rivedere le nostre abitudini e il nostro stile di vita. Gli strumenti di condivisione sono sempre più potenti e gli apparecchi su cui lavorare altrettanto. Inoltre, lo smart working si sposa alla perfezione con le filosofie legate alla salvaguardia dell’ambiente e alla sostenibilità. Le carte in regola ci sono tutte, ma dobbiamo lavorare sulla sinergia.
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