Nelle settimane passate, questa rubrica ha introdotto il tema dello stress lavoro-correlato, illustrandone le criticità nonché i fattori di rischio, propri dell’ambiente lavorativo, che possono determinarne l’insorgenza.
In questa terza parte, si analizzeranno i fattori di rischio personali, di modo che il lettore possa trarre alcuni spunti di riflessione sulla propria condizione individuale. Verranno delineati anche tre importanti fattori di protezione, caratteristiche che è indispensabile possedere o sviluppare per fronteggiare gli stressor.
Lavoro e stress: i principali fattori di rischio individuali
- Genere
Le donne riportano un peggiore stato di salute mentale rispetto agli uomini; in particolare manifestano una prevalenza di disturbi d’ansia e depressivi e una più alta incidenza di esaurimento emotivo.
A questo quadro contribuiscono diversi fattori:
- differenze ormonali e genetiche legate al genere;
- tendenza delle donne a rimuginare sugli stati emotivi negativi, che vengono sperimentati con maggiore intensità;
- settori in cui le donne più di frequente lavorano (ambiti di cura e accudimento);
- minore potere nelle organizzazioni.
- Età
I lavoratori di mezza età hanno maggiori pressioni familiari, economiche e lavorative.
I lavoratori più giovani sono maggiormente esposti a fattori di rischio fisico, al lavoro a turni, nei weekend e con orario irregolare.
Etnia e cultura
I lavoratori immigrati si trovano in condizioni peggiori rispetto ai nativi: mansioni più faticose, paga inferiore e maggior numero di ore di lavoro. Sono più esposti a mobbing e discriminazione. Hanno in generale peggiori condizioni di vita, lavorano in nero; se anche hanno uno stesso livello di scolarità, comunque presentano maggiori difficoltà nella progressione di carriera.
Comportamento di tipo A
Caratterizzato da senso di urgenza, competitività, rabbia o ostilità, aggressività e ambizione.
Se si manifesta con forte intensità, è inquadrabile in una tendenza patologica. È tuttavia un comportamento che spesso riceve rinforzi dall’organizzazione (vedi articolo sul workaholism).
Rabbia e ostilità favoriscono comportamenti come il consumo di alcool e tabacco e l’isolamento sociale.
Alessitimia
Definibile come la difficoltà a identificare le proprie e altrui emozioni e ad esprimerle in parole, legata a una ridotta capacità introspettiva.
È un fattore di vulnerabilità perché la persona non riesce a identificare le proprie risposte emotive di stress, e quindi ad agire nei confronti dello stimolo che le provoca.
Affettività negativa e nevroticismo
È la tendenza a esperire stati emotivi negativi come insoddisfazione, rabbia e tristezza; è legata al nevroticismo, cioè la tendenza a fare esperienza di depressione, ansia e cambiamenti d’umore.
Elevati livelli di affettività negativa portano a percepire la realtà esterna in modo più negativo rispetto a come sia effettivamente; è facile intuire il collegamento con lo stress.
Lavoro e stress: i fattori di protezione più importanti
Hardiness
È l’insieme di tre caratteristiche individuali che permettono di affrontare gli stressor in modo funzionale: accettazione delle sfide (i cambiamenti ed i fallimenti sono opportunità di crescita), impegno personale che viene mantenuto anche in situazioni di stress, percezione di controllo sugli eventi.
Resilienza
Capacità di capire quando è possibile raggiungere un obiettivo, unita ad ottimismo e stabilità emotiva. È anche la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzarsi positivamente dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità offerte.
Senso di coerenza
È la tendenza a considerare la propria vita come gestibile e dotata di significato. La gestibilità riguarda il grado in cui la persona crede che le risorse a disposizione consentano di far fronte alle situazioni problematiche; la comprensibilità riguarda la percezione di chiarezza e controllabilità degli eventi.
Resta connesso! La prossima settimana verranno analizzate le strategie di fronteggiamento dello stress.
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Federica Bullaro
