Lo stress da lavoro correlato
– seconda parte –
La scorsa settimana, questa rubrica ti ha proposto una panoramica sul fenomeno dello stress lavoro-correlato. In questa seconda parte, ed in quelle che verranno, si analizzeranno i fattori di rischio propri dell’ambiente lavorativo e, soprattutto, quelli individuali. Il fine è consentire a tutti i lavoratori, ma anche alle organizzazioni, di cogliere per tempo i campanelli d’allarme che possono essere gli antecedenti di una vera e propria sindrome da stress. Inoltre, si forniranno delle strategie di risoluzione dei problemi, in modo da permettere un più efficace fronteggiamento degli elementi stressanti.
Quali sono i principali fattori di rischio di stress nell’organizzazione del lavoro?
Carico di lavoro:
Il sovraccarico di lavoro corrisponde ad una eccessiva quantità di compiti da svolgere nel tempo a disposizione o ad una eccessiva complessità delle mansioni rispetto alle abilità del lavoratore. Naturalmente, può incidere in maniera fortemente negativa sullo stato di salute.
Occorre ricordare, però, che anche il sottocarico di lavoro può avere un impatto negativo, portando a demotivazione e insoddisfazione lavorativa.
Orario di lavoro:
Il lavoro notturno può influire negativamente sulla salute psicofisica, alterando i ritmi circadiani; nelle donne, si ha maggiore probabilità di aborto spontaneo e parto prematuro.
Il lavoro prolungato, per più di 48 ore settimanali, causa una sensazione di fatica fisica, disturbi del sonno, ansia e depressione.
La rigidità dell’orario di lavoro o la sua imprevedibilità pongono problemi relativi alla conciliazione del lavoro con gli impegni familiari.
Controllo sul lavoro e ruolo nell’organizzazione
Uno scarso controllo sul lavoro, inteso come impossibilità di prendere decisioni su come, quando e dove lavorare, riduce la soddisfazione lavorativa e può portare all’insorgenza di sintomi psicosomatici e addirittura di problemi cardiovascolari.
Il conflitto e l’ambiguità di ruolo, poi, possono suscitare intense emozioni negative e condurre alla messa in atto di comportamenti controproducenti.
Cultura organizzativa
È fondamentale la modalità di gestione del cambiamento: se i lavoratori non vengono informati sulle ragioni e sull’impatto che esso avrà sul modo di lavorare, e se non vengono adeguatamente formati, si sperimenteranno effetti negativi sulla salute psico-fisica. Allo stesso modo, una mancanza di comunicazione ed una carenza cronica di personale
comportano una riduzione drastica del benessere lavorativo.
Sviluppo di carriera
Il lavoratore che ritiene di non avere possibilità di promozione, né di accedere a momenti di apprendimento e sviluppo personale, avrà la sensazione di essere intrappolato in una data posizione lavorativa e di non poter aggiornare le proprie conoscenze.
Anche l’insicurezza lavorativa, che si riferisce alla percezione soggettiva di poter perdere il lavoro e diventare disoccupati, è un importante fattore di rischio da tenere sotto controllo.
Qualità delle relazioni
La carenza di supporto sociale da parte dei colleghi e del superiore determina un aumento della percezione di pericolosità degli altri fattori. Lo stile di leadership non deve, con un’eccessiva permissività, generare ambiguità di ruolo; allo stesso tempo, non deve diventare una strategia aggressiva di disciplina.
Giustizia organizzativa
È la percezione del lavoratore di essere trattato in maniera equa o ingiusta.
Si concretizza mediante diversi aspetti:
- Giustizia retributiva, ovvero la percezione di ricevere dall’organizzazione un’adeguata
retribuzione e possibilità di promozione. - Giustizia procedurale, cioè l’equità nelle modalità e nei criteri utilizzati per prendere
decisioni. - Giustizia relazionale, che riguarda il modo in cui le decisioni vengono comunicate al
lavoratore (con rispetto, cortesia e onestà).
Resta connesso! La prossima settimana verranno analizzati i fattori di rischio individuali e non dimenticarti di seguire Assunzioni Agevolate su Facebook e Linkedin!