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Assunzioni Agevolate
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Benvenuti nell’era del Workaholism.
Quando incontri qualcuno e ti presenti, ti capita mai di definirti per mezzo del lavoro che fai? Probabilmente sì, e altrettanto verosimilmente deve esserti capitato di inquadrare uno sconosciuto sulla base della professione che svolge: gli ingegneri sono precisi, i fotografi creativi e, tendenzialmente, i banchieri un po’ noiosi.

Di fatto, la società contemporanea è totalmente consacrata all’ideologia del lavoro e della produttività. Per questo motivo siamo soliti promuovere nell’individuo un processo di assorbimento dell’identità all’interno del ruolo lavorativo. L’unico obiettivo da perseguire è il successo, e per far ciò dobbiamo renderci disponibili ovunque e in qualunque momento. Di recente, il lavoro, anche tramite i recenti sviluppi dello smart working, è entrato nelle nostre case e ha dissolto i confini con la vita privata. In questo scenario, caratterizzato da un’enorme dedizione di tempo ed energie alle attività lavorative, trova spazio la dipendenza dal lavoro, definita come workaholism.

Riconoscere la dipendenza

Il workaholista sviluppa una vera e propria ossessione: non riesce a concedersi pause, si sente in colpa quando non lavora, è convinto di non avere alternative se non quella di vivere in funzione della propria occupazione. In più, trascura la vita privata, familiare e relazionale. Il workaholism rientra, oggi, tra le dipendenze più comuni. Negli Stati Uniti, è considerata una dipendenza alla pari di quella da da nicotina o da alcool. A differenza di altre, però, viene considerato una dipendenza “buona” e socialmente accettata.

L’universo lavorativo ha un ruolo molto rilevante per i seguenti motivi:

  • sistemi che premiano elevati livelli di produttività;
  • una cultura organizzativa orientata al risultato;
  • richieste lavorative superiori alle risorse del singolo.

Sono tutti fattori che possono favorire l’insorgenza della dipendenza da lavoro. Allo stesso modo, anche alcune caratteristiche della personalità del lavoratore incide: un elevato perfezionismo e una rigorosa autodisciplina.

Workaholism e patologie psicologiche

Quel che è importante sottolineare è che il workaholism si comporta, nel tempo, come una vera e propria patologia psicologica. Certo, in un primo periodo, l’individuo e l’organizzazione possono giovare di un miglioramento nei risultati. Nel lungo periodo, però, si instaurano delle meccaniche disfunzionali, che giungono a colpire tutte le sfere di vita della persona – da quella lavorativa a quella familiare, dal benessere psicologico alla salute fisica –, esponendola ad un alto rischio di insoddisfazione per la propria vita. Questo, infine, conduce ad assenteismo e a scarsa produttività sul luogo di lavoro.

workaholic, immagine segna posto

Perciò, è importante conoscere e far conoscere il workaholism, con tutte le criticità che lo contraddistinguono. Allo stesso tempo, gli ambienti di lavoro hanno il dovere morale di promuovere stili di vita equilibrati, nonché il rispetto dei confini tra persona e ruolo lavorativo. Infine, è fondamentale che il singolo sappia chiedere aiuto e si attivi per accedere ad interventi di terapia mirati.

Continua a seguire la nostra rubrica sulla psicologia del lavoro e contattaci!
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Federica Bullaro

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