Nelle settimane passate, questa rubrica ha cercato di fornire una panoramica del fenomeno dello stress lavoro correlato, illustrandone le caratteristiche ed i fattori di rischio, sia individuali sia propri dell’ambiente lavorativo.
In quest’ultima parte, si analizzeranno le strategie di coping, anche chiamato “fronteggiamento”, “gestione attiva”, “risposta efficace”; in poche parole, l’insieme di tecniche mentali e comportamentali che sono messe in atto per fronteggiare una certa situazione di stress.
Le strategie di coping possono facilitare una interpretazione degli eventi maggiormente adattiva o, al contrario, possono ostacolare l’elaborazione degli stessi (aspetto disadattivo).
Occorre, pertanto, saper conoscere tali strategie e far proprie esclusivamente quelle di tipo adattivo. È fondamentale ricordare che gli ostacoli non possono essere eliminati prima ancora che sorgano; è possibile invece affrontarli, manipolarli, far loro assumere le sembianze di eventi che sappiamo gestire con le risorse a nostra disposizione.
Stress lavoro correlato: cosa bisogna evitare?
- Negazione: è il tentativo di rifiutare la realtà dell’evento stressante, non parlandone e negando la sofferenza e le sue conseguenze.
- Disimpegno comportamentale: è la rinuncia a raggiungere l’obiettivo con cui il fattore di stress interferisce; porta a non prendere in carico alcuni compiti e mansioni.
- Abuso di alcool, farmaci, droghe: è il tentativo di obnubilare la mente, di ottenere un effetto di ottundimento delle facoltà sensoriali, psichiche o mentali.
- Distrazione: è una forma di disimpegno psicologico, attraverso la creazione di una realtà fantasmatica; ci si proietta in un futuro che non arriva mai, disinteressandosi del presente.
- Auto-accusa: è la convinzione di essere la causa del proprio problema, da cui non si vede una via d’uscita.
Quali strategie di coping bisogna preferire?
- Coping attivo: consiste nell’intraprendere azioni per rimuovere o aggirare lo stress, ad esempio pensando come aumentare il numero di opzioni possibili per affrontare una situazione.
- Pianificazione: è il pensare a come affrontare lo stress, identificando i passaggi della situazione che si presenterà; comporta pianificare gli sforzi, le energie, organizzare il tempo a disposizione.
- Supporto strumentale: riguarda il chiedere aiuto, cercare assistenza, informazioni o consigli su cosa fare, su come affrontare il problema o la situazione vissuta con disagio.
- Supporto emotivo: riguarda il suscitare sentimenti positivi negli altri, cercare una persona con cui empaticamente entrare in relazione, con cui confidarsi, sentirsi accolti e accogliere a propria volta.
- Religione: è possibile dedicare maggiore impegno alle attività religiose o alla preghiera, affidando i propri stati emotivi nella speranza di una consolazione, di un’attribuzione di senso al disagio che si sta vivendo.
- Ristrutturazione positiva: significa cercare di vedere il lato positivo della situazione, pensare che si è fatto del proprio meglio.
- Accettazione: consiste nell’accettare il fatto che l’evento stressante sia avvenuto e sia reale, che non è più possibile modificarlo; significa accettare i sentimenti che questo ha provocato.
- Espressione: è la consapevolezza della propria sofferenza emotiva e la contemporanea tendenza a esprimere o scaricare quei sentimenti con la propria sfera sociale, familiare o amicale.
- Umorismo: riguarda il ridere di se stessi con ironia e humor, mai con cinismo; l’autoironia è considerata uno dei principali fattori di resilienza dopo un trauma.
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Federica Bullaro